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Fare un podcast: come iniziare

Stai pensando di fare un podcast? Negli ultimi tempi diversi colleghi freelance mi hanno chiesto consigli per crearne uno. Soprattutto volevano capire da dove incominciare.

Ne ho aperto uno poco più di due anni fa. Il suo nome? News per Freelance. Poteva avere un titolo diverso un contenitore pensato per aiutare che vuole diventare imprenditore di se stesso?

Se avrai la pazienza di leggermi fino alla fine, ho raccolto qui la mia esperienza e una piccola guida per principianti. Per tutto il resto, ti darò utili riferimenti a cui attingere in rete.

Cos’è un podcast?

Prima di dare qualsiasi definizione, ci tengo a sottolineare che è un contenuto di valore, pensato e creato

  • per un motivo
  • con un obiettivo
  • per raccontare una storia
  • con un’introduzione e una conclusione
  • con un’anima indipendente.

Ti spiego. Mi è capitato di parlarne, anche in occasione del Freelance Camp di Roma del 2019, eppure la definizione viene spesso fraintesa. Creare podcast non significa prendere l’audio di un video e caricarlo su una piattaforma di hosting per distribuirlo ovunque.

Che sia di 5 minuti o di 30, un podcast ha caratteristiche proprie ed è un contenuto digitale voce, realizzato ad hoc.

La nascita del termine sembra risalire a Ben Hammersley, giornalista del Guardian che lo utilizza per la prima volta in un articolo del 2004 trattando l’evoluzione della radio.

Con la comparsa sul mercato degli iPod, proponeva un nome per i nuovi file audio fruibili on demand. Vinse “podcast” come associazione di PoD, “Personal on Demand” o, secondo il vocabolario Treccani, dall’inglese pod = baccello, contenitore, o iPOD, e e (broad)cast, «spargere» da cui “trasmissione”.

Secondo una indagine IPSOS del 2020, il 30% degli italiani ha ascoltato podcast nell’ultimo mese con un tasso di crescita del +4% rispetto al 2019. Questo significa qualcosa come 8.5 milioni di ascoltatori mensili di podcast in Italia. 

Secondo Statista, l’Italia è al sesto posto nelle classifiche mondiali di ascolto dei podcast, subito dopo gli Stati Uniti.

Come dire, un mercato in costante crescita, con margini ancora buoni per trovare la propria nicchia a cui rivolgersi.

Come fare un contenuto audio per il web?

Cosa serve per cominciare? E come si prepara un contenuto?

Posso raccontarvi come faccio io, senza alcuna pretesa esaustiva. Sicuramente con la voglia di farvi comprendere come procedere per replicare, divertendovi anche un po’.

Per me il punto di partenza è il tema. Deve essere un argomento interessante per i freelance, aiutarli a stare meglio e a lavorare più concentrati per trovare soluzioni. Le mie categorie sono:

  • ispirazione
  • strumenti
  • crescita personale.

Su queste cerco spunti su Medium, Pinterest, Twitter e il web. Sbircio cosa propongono Freelancer’s Union, The Guardian e Forbes sulle ultime tendenze della vita da freelance. Poi, una volta scelto il tema, lo calo nella mia realtà quotidiana e lo elaboro per la mia audience.

Sono pronta così per fare la mia mappa mentale. Ho capito che così riesco a concentrami e a essere creativa. Inserisco la parola che mi ha colpito al centro del foglio e tutto intorno disegno dei rami che rappresentano i collegamenti che trovo: per associazione o contrasto, ma sempre sulla base delle mie esperienze.

Aforisma sulla voce di David Grossman

Sono convinta che il podcast rappresenti un ottimo strumento per noi professionisti autonomi che non possiamo fare a meno di costruire la nostra strategia digitale per creare il nostro personal branding.

Per posizionarsi bene in una nicchia che possa interessarsi a noi, Giulio Gaudiano, per me mentore e ispiratore, autore di Fare podcasting, suggerisce di rispondere a queste domande:

  • Chi sei?
  • Che cosa fai?
  • Per chi lo fai?
  • Come lo fai?
  • Perché lo fai?

Ho sperimentato che portare se stessi o una lezione che hai imparato, paga. Permette di creare affezione e continuità, anche quando, soprattutto agli inizi, è piuttosto faticoso scavare dentro di sé per donare qualcosa di unico.

Cosa serve conoscere prima di cominciare?

Le domande che ho riportato sopra ci aiutano a preparare il nostro show. Con questo termine si fa riferimento alla serie che potrà poi contenere i diversi episodi.

Spreaker, la piattaforma di hosting che utilizzo, è molto intuitiva. Permette di iscriversi per accedere e poi si è guidati gradualmente nella creazione del proprio podcast. Ma ne parliamo più avanti.

Mappa mentale Fare podcast

Prima di pensare al titolo o alla copertina del nostro show, è importante

  • capire cosa abbiamo da raccontare
  • possedere l’argomento (per questo occorre studiare e approfondire ogni giorno)
  • conoscere la nostra audience
  • avere un obiettivo
  • lasciarsi ispirare da altri podcaster
  • esercitare la voce.

Fare un podcast è un’esperienza entusiasmante che permette di entrare in punta di piedi nella quotidianità dei nostri ascoltatori.

Il fatto che si possa fruire on demand, in qualunque modalità e da qualunque strumento, lo rende pervasivo quanto discreto. Un’occasione unica per instaurare una relazione diretta con chi ci seguirà.

Ricevere un messaggio su Telegram e LinkedIn, dopo la condivisione del link all’episodio, fa sentire utili e crea un legame diretto con le persone che ci ascoltano e si fidano di noi.

Ogni feedback è importante per chi fa podcast. Aiuta a capire se si è sulla strada giusta e se occorre modificare qualcosa.

I miei primi episodi trasmettono tutta la mia tensione nell’incedere con passo incerto nella “lettura”, gli ultimi sono organizzati sulle mie mappe mentali e risultano più sciolti e ritmati.

Il punto è COMINCIARE. Mettere da parte ogni ansia e OSARE. Provarci.

Quale format per il mio podcast?

Per creare il tuo podcast ti servirà anche decidere quale format utilizzare o crearne uno tuo.

Agli inizi, quando nessuno ti conosce, può essere più semplice registrare da solo. Una volta preparato bene il contenuto, lo leggi con la giusta intonazione oppure lo racconti seguendo dei punti.

La durata del podcast è variabile. Dipende dal contenuto e dal tuo tono di voce. Possono essere 5 minuti, come minimo, oppure 30.

Ci sono interviste che durano anche 50 minuti o più di un’ora. Personalmente, mi metto nei panni di chi ascolta, e penso al tema. Se affascina e c’è una narrazione agile, può durare anche 30 minuti. Di più penso che la fruizione possa diventare faticosa.

Nella tua scaletta immagina questa sequenza:

  • introduzione (sigla se c’è, benvenuto, agenda)
  • tema (per catturare l’attenzione, storia ed esperienze)
  • sviluppo (è la parte centrale in cui approfondisci il tema, se vuoi con un ospite)
  • call to action (cosa vuoi che faccia il tuo pubblico)
  • chiusura (un recap, contatti, grazie e saluti).

L’alternativa è l’intervista. In questo caso ti devi attrezzare: dal vivo con le opportune precauzioni di sicurezza oppure da remoto – più semplice – avvalendoti di una piattaforma di video conference.

Come registri?

Direi che non ti serve sapere come costruire un microfono, per fare un podcast è fondamentale, dopo aver scelto di cosa parlare e come, registrare.

Dunque ti serve un microfono. Se ne vuoi uno da tavolo, puoi cominciare con il Samson Meteor, passare dal Blue Yeti e salire alla gamma dei Rode.

Se registri da remoto con un ospite, puoi utilizzare il microfono che avrai acquistato collegandolo al pc o al Mac oppure non sono male le cuffie con microfono della Sennheiser che riducono i rumori esterni.

Ti servirà in questo caso anche un abbonamento a una piattaforma di videoconferenza, come dicevo poco sopra. Tra quelle più diffuse Zencastr, dedicata ai podcaster, oppure altre come Zoom o anche Skype.

Registri l’audio e poi lo esporti. Ma dovrai convertirlo in mp3 perché possa essere caricato su Spreaker, la piattaforma di hosting e distribuzione. Online esiste un convertitore audio efficiente che trasforma il tuo file nell’estensione desiderata e poi la scarichi sul tuo computer.

Spreaker ha il suo Studio di registrazione. Ti permette di registrare, avere l’hosting, editare, usare degli effetti speciali e distribuire sulle piattaforma collegate.

Console Spreaker Studio per podcast

Puoi scaricare Spreaker Studio dal sito sul tuo computer e registrare direttamente da lì, una volta collegato il microfono e verificato il funzionamento.

In alternativa puoi registrare con Audacity, un software di post-produzione opensource molto duttile che ti permette anche di editare le tracce, aggiungere musica, un jingle, effetti, ripulirle da rumori di sottofondo o riverberi.

Trovi un bellissimo tutorial completo del grande Andrea Ciraolo su YouTube e anche un suo corso dedicato proprio ad Audacity.

Dove pubblicare podcast

Hai scelto la piattaforma di hosting – Spreaker oppure Anchor – individuato il tema, preparato la tua mappa o i punti da seguire, predisposto il microfono e sei pronto per premere REC.

Una volta che avrai registrato, puoi scegliere di aggiungere un jingle all’inizio e in coda. All’inizio non trovavo la musica per me. Tutte quelle che ascoltavo erano simili e non identificavano il mio mood.

News per Freelance, il mio podcast, doveva essere leggero e ispirare. La musica doveva dare l’idea di movimento ma non troppo.

Alla fine un mio caro amico, Giuseppe Di Benedetto, mi ha fatto un regalo: una sua composizione, Artika. L’ho trovata perfetta ed è diventata la base per la mia introduzione.

Hai pronto il tuo file audio. Ora vediamo insieme come puoi procedere con Spreaker.

Quando ti sarai registrato, puoi accedere alla piattaforma per creare il tuo show. Segui tutte le indicazioni:

  • titolo
  • lingua
  • categoria
  • immagine dello show (1400×1400)
  • immagine di copertina della pagina introduttiva (982×275)
  • descrizione.

Al termine puoi salvare e il tuo show sarà pronto. Per confezionare le immagini, Canva andrà benissimo. Ti basta impostare le dimensioni personalizzate dei due formati, caricare le foto e inserire i testi.

Come hai visto, fare un podcast richiede energia, competenza e tanto impegno. Si può fare e se lo vuoi integrare nella tua strategia di marketing può essere uno strumento molto interessante.

Da un lato per il magico potere della voce che sa coinvolgere e catturare attenzione, dall’altro per l’agile fruizione e le potenzialità nel creare una community attorno a un tema.

Spreaker, una volta pubblicato il podcast, ti consente di distribuirlo alle principali piattaforme di ascolto: Spotify in testa, seguito da Apple podcast, Google podcast.

E ti permette di collegare i tuoi account social per condividere i contenuti in automatico.

Se l’idea di creare un podcast ti appassiona, ti suggerisco anche due letture:

Se vuoi ascoltare qualche episodio di News per Freelance, mi trovi su Spotify, Spreaker, Apple e Google podcast. I tuoi feedback sono importanti e mi farebbe piacere se mi scrivessi per sapere cosa ne pensi.

Se stai pensando, invece, di reinventarti come libero professionista, posso aiutarti a essere freelance prima di diventarlo. Come? Partendo da te. Ascoltando a che punto sei e guidandoti come mentore in un percorso su misura per te.

copertina podcast news per freelance

Ecco cosa fa il freelance mentor. Una figura nuova che ho ideato per trasmettere la giusta forma mentale attraverso il mio metodo.