Il legame tra felicità e lavoro è un tema che mi sta molto a cuore. Trascorriamo gran parte della vita lavorando, per questo il lavoro svolge un ruolo chiave nel plasmare i nostri livelli di felicità.
La felicità è un obiettivo fondamentale delle nostre vite, in alcuni casi è addirittura un’ossessione. Le prove che abbiamo dovuto affrontare con la pandemia hanno reso ancora più urgente la ricerca del benessere.
Ma sappiamo davvero descrivere cos’è la felicità? Ti è mai capitato di fermarti a riflettere su questa domanda?
Non esiste una risposta univoca, naturalmente, perché il concetto di felicità assume diverse sfumature per ognuno di noi. Per qualcuno può coincidere con il successo, per altri con il benessere, per altri ancora con la stabilità. Può essere legato al bisogno di compagnia, di relazioni, di lavoro. Le nostre passioni e i nostri valori influiscono sulla nostra personale declinazione della felicità.
La percezione di cosa ci rende felici, poi, non è sempre uniforme nel tempo, spesso si modifica nelle diverse fasi della vita. Ce ne siamo resi conto proprio con la pandemia, che ha messo alla prova il nostro equilibrio, ha evidenziato le nostre fragilità e ha spinto molte persone a riconsiderare priorità e bisogni.
Ma partiamo dalle certezze.
Le felicità è una questione di chimica
Le neuroscienze ci aiutano a comprendere come funzionano i meccanismi fisiologici alla base della sensazione di benessere.
Come forse saprai, della percezione della felicità sono responsabili in particolare tre tipi di ormoni, prodotti dal nostro cervello in risposta a determinati stimoli: dopamina, serotonina e ossitocina.
La dopamina viene rilasciata quando qualcosa ci gratifica, ad esempio dopo una ricompensa; produce una felicità intensa, ma di breve periodo.
Il rilascio di serotonina provoca invece un senso di benessere più duraturo. Questo ormone ha delle implicazioni con il nostro equilibrio di lungo termine. Diversi studi hanno confermato che la produzione di serotonina viene stimolata dallo stare all’aria aperta, da alcuni cibi, e dalla meditazione. Inoltre, sappiamo che svolge un ruolo di antagonista allo stress.
Infine, l’ossitocina, detta anche “l’ormone dell’amore”, è legata alle coccole, al contatto con le persone amate, alla sessualità, all’accudimento materno.
Tantissimi fattori, diversi per ognuno di noi, favoriscono l’innesco di queste complesse reazioni biochimiche. Pensiamo alle emozioni che viviamo in famiglia, con gli amici, o quando lavoriamo.
La felicità è un viaggio di consapevolezza
Proprio perché non esiste un concetto univoco, è importante che ognuno di noi si impegni per trovare la propria formula della felicità.
Io credo che la felicità non sia un obiettivo, ma un viaggio. Un viaggio che ha valore quando è fatto verso l’interno, per scandagliare i nostri bisogni più autentici e scoprire i nostri driver di felicità.
Già i filosofi greci avevano parlato di questa ricerca interiore. La massima “conosci te stesso” racchiude la chiave del viaggio verso la felicità.
E il lavoro? Anche per essere più felici nel lavoro ci può aiutare l’introspezione, la ricerca di quali siano gli stimoli che attivano la produzione degli ormoni positivi nel nostro cervello.
Mi piace sempre ricordare le parole del filosofo Umberto Galimberti: “il lavoro quotidiano può essere fonte di felicità solo se comporta la possibilità dell’espressione di sé”.
Abbiamo visto come la pandemia sia stata per molti un’opportunità di riflessione sul proprio concetto di benessere. Tra i criteri di misurazione della felicità sono emersi nuovi valori, che vanno oltre il successo e il profitto: reciprocità, gratitudine, sostegno, profondità.
Se ci pensi bene, tutti questi valori sono legati alle relazioni, allo scambio con gli altri. E sono valori che entrano in gioco nel lavoro quando riusciamo a metterci in ascolto, a coltivare le nostre collaborazioni, a fare rete.
Dalla mia esperienza ti posso dire che è proprio così: saper creare e far crescere relazioni che si basano sulla reciprocità e non sull’utilità ci fa progredire verso la piena realizzazione nel lavoro.
Felicità e lavoro: dipende tutto da te
Come possiamo essere più felici rispetto al lavoro? Come possiamo portare nella nostra vita quella possibilità di espressione di sé di cui parla Galimberti?
Dipende tutto da noi. Qui entra in gioco il cammino verso la consapevolezza.
Quando prendiamo coscienza dei nostri veri bisogni, dei valori che contano, possiamo passare all’azione e sviluppare il nostro potenziale.
Una volta raggiunta questa consapevolezza possiamo fare un passo in più, scegliere come essere felici. Io l’ho fatto, tanti anni fa, e questa ricerca mi ha portato a fare una scelta, quella di diventare freelance.
Mentre mi impegnavo a fare chiarezza, ho identificato gli aspetti più rilevanti per me, nella vita e nel lavoro. Ora voglio condividerli con te.
Dalle mie riflessioni ho tratto una convinzione: sulla strada per la felicità ci può aiutare cambiare prospettiva e vivere partendo da alcuni valori fondamentali. Raccolgo una suggestione che mi è arrivata ascoltando le parole di Andrea Fontana in occasione dell’ultimo evento &Love di Verona e che ho elaborato per te. Ecco quali sono i valori oggi per me alla base del cambiamento:
- eticità – rispettiamo il nostro sentire e l’altro, ricordando che siamo tutti connessi
- epicità – sforziamoci di fare qualcosa di grande, che porti avanti la nostra storia, lasciandoci coinvolgere dalle proposte della vita
- stabilità – ricerchiamola non tanto nelle singole situazioni, ma imparando a conoscerci e a tornare al nostro respiro
- capacità – misuriamoci con le nostre competenze e disponiamoci a imparare ciò che non sappiamo
- autenticità – coltiviamo la nostra unicità, tralasciando confronti con chi abbiamo accanto
- empatia – andiamo verso l’altro, esercitiamo la compassione anche verso noi stessi e alleniamo la reciprocità
- coraggio – troviamo la forza per osare, inventiamo la nostra formula, lasciamoci coinvolgere dalle proposte della vita, anche nelle difficoltà.
Non è sempre facile, lo so. Il viaggio può essere arduo, a volte è un percorso a ostacoli, a volte puoi avere bisogno di una guida. Anch’io continuo ad averne bisogno: sono i miei mentori, i coach che incontro, le persone che mi offrono nuovi punti di vista o feedback da elaborare.
Per aiutarti a comprendere meglio cosa possono significare questi valori per te, ti consiglio di partire facendoti qualche domanda. Se vuoi, puoi scrivermi le tue risposte nei commenti o cercarmi sul mio canale Telegram e lasciarli lì.
Ecco qualche suggestione per iniziare ad accendere la miccia del cambiamento e a guardarti dentro:
- Cosa significa per te la felicità?
- Di cosa hai bisogno per essere felice?
- Di chi hai bisogno per essere felice?
- In quale posto sei più felice?
- Dove puoi liberare del tempo per te?
- Quali sono i momenti della giornata che potresti usare per te?
- Cosa potresti fare per te in questi momenti?
Hai bisogno di aiuto nel tuo cammino di consapevolezza? Scrivimi usando il form dei contatti e fisseremo un incontro gratuito e senza impegno per capire come posso aiutarti. Insieme proveremo a dare un senso alla tua personale visione della felicità.
Vuoi approfondire? Ascolta il mio podcast su felicità e lavoro. Lo trovi all’inizio di questo blog post.
Non mi resta che augurarti un buon cammino.