Cosa significa rimanere senza lavoro a 40 anni lo so bene. Mi sono trovata a cambiare vita esattamente 8 anni fa, quando di anni ne avevo 42.
Al mio attivo 16 anni come responsabile relazioni esterne e ufficio stampa per la Fondazione Benedetta D’Intino di Cristina Mondadori e quasi due anni alla Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano. Poi la scelta. O la svolta: diventare freelance.
In questo articolo racconto cosa ho fatto per cambiare lavoro e ti spiego cosa puoi fare tu.
Ho trovato lavoro a 40 anni, anzi l’ho creato
I miei 40 anni sono stati complicati: la separazione, due figli piccoli, e un lavoro da trovare o inventare. Gli inizi sono stati davvero in salita. Vuoi che ti racconti come ne sono uscita?
Cominciamo dagli inizi: non mi hanno rinnovato il contratto. Una condizione in cui oggi sono stanno trovando molti professionisti e perfino dei dipendenti a tempo determinato.
La situazione non è florida, ma credetemi quando dico che non lo era neppure 10 anni fa. In una mattina di mezza estate, con il contratto in scadenza, scrivo al mio direttore per avere lumi sul mio futuro.
La risposta? “La sua posizione non potrà mai essere regolarizzata. Gli uffici stampa sono partite Iva. Nessun aumento e un rinnovo per altri mesi è il massimo che possiamo offrire”.
È stato a quel punto che ho detto “no, grazie“. Parliamone, quale vantaggio avevo? Intanto echeggiava dentro la mia mente quel “partita Iva” e si faceva sempre più forte il segnale che avrei dovuto cambiare approccio. Dimenticare definitivamente il posto fisso.
Mi sono chiarita le idee, ho cominciato a riflettere su di me. Non è stato facile. ero confusa e spaventata. Sentivo anni di esperienza e contatti buttati nel cestino. Avevo il morale a terra e due bambini da accudire. Dovevo trovare un nuovo lavoro.
Senza lavoro a 40 anni: come ripartire
Come potevo ripartire? Da dove ricominciare per trovare lavoro? Ce l’avrei fatta a 40 anni suonati? Quante domande! E altrettante incognite.
Il primo passaggio è stato riflettere e concentrarmi per capire esattamente cosa sapevo fare e come. Mi sono fatta alcune domande:
- Quali sono i tuoi talenti?
- Cosa sai fare?
- Come lo fai?
- Quali abilità hai sviluppato negli anni?
- Cosa ami fare?
Un sorta di bilancio delle competenze, ma non solo. Spaziavo dall’analisi delle mie emozioni alla valutazione di ciò che avevo imparato a fare e delle esperienze che mi avevano arricchito o anche ferito.
Sono rimasta sorpresa. Quando ti predisponi in silenzio ad ascoltare la parte più intima di te, diventi come un fiume in piena. E così io scrivevo, scrivevo, scrivevo.
Rimanere senza lavoro a 40 anni, con una certa maturità alle spalle e una saggezza in divenire, cambia radicalmente la prospettiva da cui si guarda la vita. Potevo rimanere lì a compiangermi oppure usare quell’energia che sentivo muoversi dentro di me per uscire dal guscio e progettare.
Certo, per mangiare avrei dovuto darmi un tempo. Neanche troppo lungo. E conciliarlo con la cura dei miei bambini. Ero sola, mia mamma si era ammalata e mio papà si stava rivelando l’uomo straordinario che è sempre stato: mi dava una mano come poteva, andava a prendere i bimbi a scuola e mi lasciava il tempo per rimettermi in gioco e trovare lavoro.
Quando ho capito cosa volevo fare, cosa univa piacere per il mio lavoro alle mie competenze e conoscenze, ho cominciato a spargere la voce tra i miei amici. Li invitavo a cena, uscivamo per un pranzo o una colazione veloce, li sentivo al telefono.
Mi ero fatta una scaletta e ogni giorno dividevo le mie giornate tra lettura per informarmi e formarmi, ricerche on line, incontri e il pomeriggio stavo con i bambini, dopo lo sport e l’oratorio con gli amici.
Come riqualificarsi
Quando ti trovi senza lavoro a 40 anni il mondo sembra crollarti addosso e ti senti fragile. Come è potuto accadere?
Eppure, il lato positivo, se riesci a rimuovere dalla mente la preoccupazione di non farcela, è il tempo. Improvvisamente ti ritrovi con molto più tempo per te. Allora si tratta di investirlo bene e organizzarsi per farlo fruttare, senza disperderlo.
E io ho deciso di guardarmi intorno e investirlo nella mia formazione. Principalmente per due ottime ragioni:
- credo nella formazione continua, indispensabile per rimanere al passo con l’evoluzione non solo tecnologica e digitale, ma anche umana del lavoro
- volevo sviluppare una parte che mi appassiona e che in tanti mi hanno riconosciuto come talento: la voce.
Una volta chiarite le mie competenze, volevo anche crearmi un piano B, qualcosa che esulasse dalla mia professione giornalistica, ma che da questa traesse spunto per rilanciare una mia passione.
Così, mentre continuavo a trovare clienti per seguire il loro ufficio stampa e mantenere me e i bambini in crescita, ho cominciato a coltivare la voce, il public speaking e la scrittura in ottica SEO.
Con l’incipiente crisi dell’editoria e testate sempre più in difficoltà, quale altro percorso potevo solcare per non rimanere senza lavoro neppure a 50 anni?
Ho studiato, fatto ricerche e avviato – anche grazie alla partecipazione a formazioni con DonnaOn e corsi con Giovanni Ronci – un percorso basato sul mio metodo FORTE RISATA per supportare chi, senza lavoro o con le ali tarpate da tempo, vuole dare vita alla propria attività come freelance.
Ce la puoi fare: 5 consigli per diventare freelance
Diventare freelance non è come sentirlo dentro. Almeno non all’inizio. E sento sempre una grande responsabilità quando ne parlo o ne scrivo. Per questo consiglio sempre di camminare parallelamente su due fronti e creare un proprio network.
Sarò schietta: meglio cancellare dalla mente, che lavora per associazioni, la visione romantica edulcorata del freelance libero che lavora dalla spiaggia.
Il freelance FATICA. Lavora sodo, a volte non ha orari, ha clienti difficili e collaboratori lenti o diversi con cui confrontarsi, ma, se ha imparato a credere nei proprio valori, porta avanti le proprie passioni e quando è al pc vive nel flow.
È determinato, resiliente, conosce le incertezze delle sue entrate, ma è un CREATIVO e impara da ogni esperienza per migliorare sempre:
- i processi
- le relazioni
- se stesso.
Ecco allora i miei 5 consigli per diventare freelance, sia che tu sia senza lavoro a 40 anni, che tu sia in smart working o in ufficio più ore al giorno:
- scrivi le tue idee e lasciale decantare prima di riprenderle
- impara a credere nelle tue capacità
- definisci un piano, una strategia che ti porti dal punto dove ti trovi al punto a cui tendi, godendoti il viaggio
- stabilisci quali risorse hai e quali ti occorrono per raggiungere la meta
- osa.
Ho imparato, tardi, che
Se ti è piaciuto questo articolo o vi hai trovato spunti utili per riflettere sulla possibilità di diventare freelance, puoi seguire il mio canale Telegram per ulteriori risorse oppure contattarmi per una prima call di 30 minuti che sarò felice di regalarti per capire a che punto sei, dove ti stai dirigendo e che passi possiamo fare insieme.