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Aprire la partita Iva: è il momento giusto?

Aprire la partita Iva. Già ti spaventa. In questo articolo cerco di darti qualche suggerimento pratico per aiutarti a capire: se aprirla, quando aprirla e perché aprirla. Lo so, solo sentirne parlare ti fa venire in mente l’Agenzia delle Entrate, il fisco, le tasse.

Come freelance hai bisogno di fare chiarezza. E sono qui per te. Per intraprendere e cominciare a creare la tua impresa, aprire la partita Iva rappresenta il primo passo per scalare e crescere. Com’è quel detto? Chi non risica…

Partita Iva: sai già cos’è?

Ho estremizzato. Per sdrammatizzare un po’. Quando ho cominciato, oltre 8 anni fa, ti assicuro che non avevo praticamente idea di cosa fosse la partita iva. Sapevo solo che era un sinonimo di tasse.

In realtà le cose stanno diversamente e se avessi avuto qualcuno accanto a me a guidarmi nelle prime scelte, sarei stata da subito più tranquilla.

La partita Iva è un numero di 11 cifre che corrisponde al codice fiscale di un’impresa. Quello che la identifica inequivocabilmente e le rimarrà “addosso” per tutto il tempo di attività. Se dovessi chiuderla, infatti, te ne verrebbe assegnata una completamente nuova.

È bene che tu sappia, di conseguenza, che quando decidi di aprire la partita iva, ti assumi a tutti gli effetti la responsabilità – finanziaria ed economica – della tua impresa.

Cosa fare prima di aprire la partita Iva

Prima di aprire la partita Iva, il mio consiglio è di farti qualche idea attraverso il web. potresti porre a Google la domanda “Come aprire una partita Iva” e verificare che quanto ho scritto sia corretto. Non tanto per l’esattezza del contenuto, perché sono una noiosa perfezionista e sono la prima a stressare sulle fonti, quanto per avere una visione più ampia possibile e, soprattutto, aggiornata.

Nella gestione della partita Iva, infatti, possono cambiare alcune procedure, date, aliquote di tassazione, a seconda del governo vigente. Ok, non spaventarti, andiamo con ordine.

Ora che sei abbastanza confuso, puoi placare le tue ansie chiedendo a una tua amica o a un tuo cugino, parente o conoscente se ha tra i suoi contatti un commercialista valido e rassicurante. Questo ti permette, magari in modo un po’ meno formale, di fare due chiacchiere prima e capire cosa ti serve sapere: quali documenti, quali informazioni, quali costi, quali tasse, quando pagarle. E anche se sei obbligato ad averla.

Il mio suggerimento è di prepararti un foglio Excel o una nota in cui avrai inserito i tuoi costi fissi, le tue attuali entrate e tutte le domande che ti mettono ansia. Questo offre al professionista che incontrerai una base di partenza per consigliarti al meglio, anche il tipo di regime fiscale.

Poi ovviamente, la prima cosa che gli chiederai quando te lo troverai dovrà essere: “quando costa aprire la partita Iva, per me che vorrei intraprendere questo genere di attività?”

Quando non aprire partita iva

Tutti i cosiddetti lavoratori autonomi – cioè che non hanno un rapporto di lavoro subordinato – hanno l’obbligo di partita Iva. Mi vengono tuttavia in mente un paio di casi in cui puoi evitare di aprire la partita Iva:

  • se hai deciso di diventare freelance oltre la metà dell’anno (tipo, da giugno in poi), a meno che tu non sia già pieno di clienti
  • se hai dei contratti di collaborazione e pensi di non superare i i 5.000 euro lordi entro l’anno in corso.

In questi casi ti basterà emettere una ricevuta con ritenuta d’acconto, (nel link un modello, come prestazione occasionale) se:

  • la collaborazione non supera i 30 giorni con la stessa azienda nell’anno solare ed è UNA TANTUM
  • l’attività è sporadica e saltuaria.

Ad oggi la ritenuta d’acconto è pari al 20% del compenso. Questa cifra ti sarà trattenuta dal cliente che verserà per te, entro il 16 del mese successivo, la cifra corrispondente.

Quando aprire la partita Iva

Se hai fatto un po’ di esperienza con la ritenuta d’acconto e sei pronto al grande salto, puoi aprire la fatidica partita Iva. È di fatto condizione necessaria e obbligatoria se:

  • effettui prestazioni lavorative per più di una volta all’anno per lo stesso committente
  • vuoi promuovere l’attività con un sito internet o con della pubblicità
  • intendi far diventare la tua attività lavorativa un vero e proprio lavoro
  • vuoi risultare più credibile agli occhi dei clienti.

Come aprire la Partita Iva

Entro 30 giorni dall’inizio dell’attività per la quale si richiede l’apertura della partita IVA, occorre presentare all’Agenzia delle Entrate una dichiarazione, redatta su modello AA9/7, con la quale si comunica di avere intrapreso la propria attività come lavoratori autonomi. Il modello AA9/7 è scaricabile dal sito dell’Agenzia delle Entrate.

Di solito pensa a tutto il commercialista – ed è preferibile – ma potresti attivarla tu personalmente e in modo gratuito, presentandola direttamente agli sportelli, oppure con raccomandata con ricevuta di ritorno o attraverso un software scaricabile dal sito dell’Agenzia delle Entrate.

Occhio: quanto costa aprire la Partita Iva?

Prima di aprire la partita Iva, devi tenere in considerazione i costi per la gestione: su tutti l’onorario del professionista che ti seguirà nella contabilità, anche se non è l’unica voce importante, o quella di maggior costo.

Per questo è sempre bene, chiedere prima e mettere tutto a budget, insieme a

  • contributi previdenziali INPS o di altre casse private
  • costo fattura elettronica se si collabora con enti che la richiedono (gestionale).

Cos’è il codice Ateco?

Il codice Ateco è una combinazione di numeri e lettere che insieme identificano il settore economico e le specifiche articolazioni. Si può trovare nel documento di attribuzione della partita Iva. È importante perché determina anche gli adempimenti fiscali e contributivi.

Partita Iva e regime fiscale

Quando vuoi aprire partita iva, puoi scegliere tra due tipologie: quella forfettaria e quella ordinaria, con adempimenti fiscali diversi.

Il regime forfettario (o forfetario), con ricavi fino a 65.000 euro, prevede:

  • l’applicazione dell’imposta sostitutiva 5% per i primi cinque anni, del 15% dal sesto in poi
  • la presentazione del modello dei redditi
  • non applica l’Iva e la ritenuta d’acconto in fattura
  • un costo di gestione dal commercialista inferiore.

Nel regime ordinario

  • si applica l’Iva e la ritenuta d’acconto in fattura
  • si calcola l’Irpef (imposta sul reddito delle persone fisiche) in base agli scaglioni
  • vengono presentate le liquidazioni periodiche Iva
  • si compila il modello dei redditi e della dichiarazione Iva
  • il costo di gestione dal commercialista è più elevato
  • la fattura elettronica è obbligatoria.

Il regime ordinario, ha qualche obbligo fiscale in più, come la fatturazione elettronica, ma consente anche di avere oneri deducibili – che possono essere sottratti al reddito prima del calcolo dell’imposta – e spese detraibili cioè sottratte direttamente alle imposte dovute.

Aprire la Partita Iva: è dunque il momento giusto per te?

Vorrei concludere questo post, tranquillizzandoti. Ce la puoi fare. Se sono riuscita a gestirmi tra le mille difficoltà e gli alti e bassi dei ricavi incerti, puoi portare avanti anche tu la tua attività.

Scegli bene il consulente. Trova qualcuno che, soprattutto all’inizio, ti segua nei dettagli e, se non sei convinto, confrontati con altri freelance e poi CHIEDI!

Chiedi sempre, anche a me, se vorrai. Contattami attraverso il sito (rispondo a tutti nel più breve tempo possibile) oppure puoi unirti al mio canale e mandarmi un messaggio attraverso Telegram. Sai che ho un canale pubblico dove tengo aggiornati i membri della mia community sulle novità dal mondo freelance?

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